Fred®
2005-05-29 17:54:28 UTC
Come molti di noi sapranno, nel settore del credito è stato costituito un
"Fondo esuberi" (il nome completo è più lungo ma non rende l'idea) il cui
scopo principale è quello di garantire una buona fetta di retribuzione ai
lavoratori bancari "anziani" che vengono mandati a casa (più o meno
volontariamente), finché gli stessi non maturano i requisiti per percepire
la pensione Inps. In estrema sintesi i "candidati" potenziali sono tutti
coloro che nel giro di 48 mesi max dall'entrata nel Fondo matureranno il
diritto a percepire la pensione .
ABI e Sindacati, fin dalla costituzione del Fondo, hanno strombazzato ai
quattro venti (e continuano a farlo) che il Fondo dei bancari è
assolutamente a *costo zero* per la collettività. Questo perché i
"contributi" versati al Fondo sono ad esclusivo carico del sistema bancario
medesimo. Con questi contributi si garantisce infatti il pagamento di parte
della retribuzione al dipendente "esuberante" per i mesi (anni) necessari
alla maturazione della pensione.
Bene, il ragionamento sembra perfetto. In realtà questo è un altro dei
famigerati "pattichiari" che non sono per niente chiari.
Le pensioni Inps infatti sono di diverse categorie. Oltre a quella classica
"di vecchiaia" per raggiunti limiti di età (65 anni per gli uomini,
attualmente), esiste anche quella c.d. "di anzianità" il cui diritto a
percepirla si matura al raggiungimento di certi requisiti, contributivi e di
*età*, ben inferiori ai 65 anni.
Il settore in pochi anni si è liberato di decine di migliaia di dipendenti
che attualmente percepiscono appunto la pensione di *anzianità*.
Una scelta "obbligata" dall'azienda che certamente il singolo non avrebbero
fatto se gli fosse stata concessa la possibilità di continuare il proprio
rapporto di lavoro.
L'Inps ha quindi iniziato ad erogare loro la pensione ben prima dei 65 anni
attualmente previsti per andare in quiescenza.
E questo fiume di quattrini che fuoriesce anzitempo dalle casse dell'Inps lo
mettiamo a carico di chi se non della collettività tutta?
Ora, che l'ABI si lasci andare a certe affermazioni "di comodo" fa parte del
suo mestiere (ed infatti sta spingendo al massimo sul Min.Tesoro per la
proroga della scadenza del "Fondo") e del suo interesse primario a
perseguire all'infinito la politica degli "esuberi".
Che il Sindacato si "accodi" e si appiattisca sulle medesime tesi
rappresenta, a mio avviso, un altro segnale che proprio le OO.SS.
potrebbero, a breve, trovarsi esse stesse in "esubero" rispetto alle reali
aspettative degli iscritti che vorrebbero rappresentare.
"Fondo esuberi" (il nome completo è più lungo ma non rende l'idea) il cui
scopo principale è quello di garantire una buona fetta di retribuzione ai
lavoratori bancari "anziani" che vengono mandati a casa (più o meno
volontariamente), finché gli stessi non maturano i requisiti per percepire
la pensione Inps. In estrema sintesi i "candidati" potenziali sono tutti
coloro che nel giro di 48 mesi max dall'entrata nel Fondo matureranno il
diritto a percepire la pensione .
ABI e Sindacati, fin dalla costituzione del Fondo, hanno strombazzato ai
quattro venti (e continuano a farlo) che il Fondo dei bancari è
assolutamente a *costo zero* per la collettività. Questo perché i
"contributi" versati al Fondo sono ad esclusivo carico del sistema bancario
medesimo. Con questi contributi si garantisce infatti il pagamento di parte
della retribuzione al dipendente "esuberante" per i mesi (anni) necessari
alla maturazione della pensione.
Bene, il ragionamento sembra perfetto. In realtà questo è un altro dei
famigerati "pattichiari" che non sono per niente chiari.
Le pensioni Inps infatti sono di diverse categorie. Oltre a quella classica
"di vecchiaia" per raggiunti limiti di età (65 anni per gli uomini,
attualmente), esiste anche quella c.d. "di anzianità" il cui diritto a
percepirla si matura al raggiungimento di certi requisiti, contributivi e di
*età*, ben inferiori ai 65 anni.
Il settore in pochi anni si è liberato di decine di migliaia di dipendenti
che attualmente percepiscono appunto la pensione di *anzianità*.
Una scelta "obbligata" dall'azienda che certamente il singolo non avrebbero
fatto se gli fosse stata concessa la possibilità di continuare il proprio
rapporto di lavoro.
L'Inps ha quindi iniziato ad erogare loro la pensione ben prima dei 65 anni
attualmente previsti per andare in quiescenza.
E questo fiume di quattrini che fuoriesce anzitempo dalle casse dell'Inps lo
mettiamo a carico di chi se non della collettività tutta?
Ora, che l'ABI si lasci andare a certe affermazioni "di comodo" fa parte del
suo mestiere (ed infatti sta spingendo al massimo sul Min.Tesoro per la
proroga della scadenza del "Fondo") e del suo interesse primario a
perseguire all'infinito la politica degli "esuberi".
Che il Sindacato si "accodi" e si appiattisca sulle medesime tesi
rappresenta, a mio avviso, un altro segnale che proprio le OO.SS.
potrebbero, a breve, trovarsi esse stesse in "esubero" rispetto alle reali
aspettative degli iscritti che vorrebbero rappresentare.
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Saluti. Fred®
Saluti. Fred®