Post by Fred [R]Post by Fred [R]compreso ovviamente il deposito titoli che sta "dentro" al c/c.
E' evidente che devo avere già venduto il contenuto del deposito
oppure aver chiesto il trasferimento presso altra banca/sim.
In questo secondo caso la certificazione ha tempi ancora più lunghi,
ma non è che devo chiederla due volte. Al massimo posso sollecitarla
se tarda ad arrivare.
Il mio intervento era focalizzato ad evidenziare che la risposta data da
Fineco a Thor era una emerita sciocchezza.
Questo a beneficio di Thor e di tutti gli altri che ci leggono. Si potrebbe
infatti dedurre, che l'emissione della certificazione relativa alle
minusvalenze possa essere rilasciata dall'intermediario solo dopo che è
stato estinto anche il conto corrente.
Non è così e mi è parso giusto sottolinearlo citando anche i riferimenti
normativi, ad uso di chi volesse eventualmente approfondire.
Potranno poi esserci altre dieci ragioni per le quali Fineco non ha
recepito ed esaudito la richiesta di Thor di avere la certificazione, non
ultime le ragioni che tu, correttamente, evidenzi in merito al diverso tipo
di operatività tra una banca come Fineco ed una tradizionale e che io non
avevo focalizzato..
Nel caso di Thor, trovo corretto, come tu giustamente consigli, sollecitare
la precedente richiesta anzichè farne una nuova.
Mi è parso doveroso anche precisare che una minusvalenza, in teoria, può
essere recuperata anche sottoscrivendo un BTP per poi rivenderlo prima della
scadenza.
Una sola delle due operazioni transita in Borsa :-)
Chiedo scusa per la precisazione che a qualcuno può essere parsa superflua
ma accoppiare Borsa=Azioni, nell'immaginario collettivo, ci vuole nulla
purtroppo.
Me lo ricordano ogni giorno i miei clienti :-)
La cultura finanziaria si fa anche qui ed il contributo di questo ng è, se
non determinante, quantomeno onesto, non essendo influenzato da
"interessi" di parte.
Infine, se mi consenti e sempre ad uso dei meno esperti che ci leggono,
aggiungo che molti clienti i quali non operavano in "Borsa", nel senso che
non hanno mai acquistato un'azione in vita loro, si trovano oggi ad avere
anche notevoli minusvalenze.
La ragione è semplice.
Questi, il 1 Luglio 1998, si trovavano a possedere BTP o altre obbligazioni
a tasso fisso acquistate o sottoscritte in precedenza.
Il legislatore stabilì un principio per ricavare i prezzi fiscali di carico
dei titoli già presenti in deposito alla data di entrata in vigore della
norma, ovvero un prezzo "convenzionale", riveniente dalla media aritmetica
delle singole quotazioni giornaliere del titolo, rilevate nel mese
antecedente all'entrata in vigore (giugno 1998), laddove il titolare del
deposito non fosse in grado o non volesse "provare" il prezzo reale,
esibendo i fissati bollati d'acquisto.
Era l'epoca del primo calo vorticoso dei tassi ed il meccanismo del prezzo
medio, favorì il rilevamento di quotazioni molto al di sopra della pari,
in particolare per le obbligazioni in genere ed i bond statali, entrambi a
tasso fisso, ovviamente.
Conseguentemente per questi titoli, che arrivano oggi a scadenza alla pari
(100/100), risultano prezzi fiscali di carico più elevati e quindi
minusvalenze a valanga ma, di fatto, "fittizie".
Cordialmente
LucaS